Postazioni di artiglieria di Col Andreon. Da Camposolagna (albergo, bar, Casa Parco) scendere la rampa per la strada verso cima Grappa per qualche centinaio di metri (poco prima dello slargo con parcheggi e cartelli didattici dove si dirama la stradina per Col Campeggia), dove si trova sulla sinistra una stradina che sale a delle casette.
Seguire la stradina fino alla casara Col Andreon . Lungo il percorso si trovano numerose tracce di trincee restaurate. Attorno alla casera un vasto sistema di trincee e postazioni con pannelli didattici, un vero e proprio museo all'aperto riguardante la grande guerra .
L'associazione “Musei all'aperto”, dopo la scoperta di una galleria, che ospitò il comando e il gruppo telefoni del 38° Artiglieria obici pesanti campali si attivò operosamente con l'intento di ripristinare trincee e siti allestiti e occupati nella zona dalle truppe italiane durante la Grande Guerra.
L'area adiacente la Casera Andreon, dove era il comando del 38° Artiglieria inquadrato nella 17ª Divisione. Il recupero ha interessava tre piazzole, due adibite a postazioni di obici e una a ricovero della truppa, una postazione di mitragliatrice, una postazione di mitragliatrice e antiaerea, trincee e camminamenti di collegamento e altre postazioni per cannoni campali e obici verso Col del Gallo.
Altri lavori sono tutt'ora in corso merito soprattutto dell'associazione Musei All'aperto di Romano d'Ezzelino che attivamente e coordinando il lavoro di volontari da tutta Italia prosegue le opere di recupero delle postazioni di artiglieria che erano collocate nelle vicinanze della linea del fronte e che battevano pesantemente il Col Beretta, Monte Asolone, Coston e le linee di rifornimento Austriache. Tali postazioni non hanno mai subito operazioni offensive da parte delle fanterie Austriache, ma sono state duramente sottoposto a tiri di controbatteria Austriaca.
L'itinerario è piacevole, in quanto i lavori di recupero effettuati egregiamente dai volontari, rendono ben evidenti gli appostamenti che le truppe italiane avevano effettuato coinvolgendo attivamente il turista in un'altra dimensione nel tempo e nello spazio. L'itinerario lo consiglio soprattutto ai bambini e ai ragazzi in quanto si lasciano trasportare dalle vicende di cui sono carichi questi luoghi apprendendo nozioni storiche che altrimenti difficilmente stimolerebbero la loro fantasia.
Per effettuare una visita in questi luoghi, si consiglia ai turisti di avere calzature adeguate (scarponcini o scarponi da montagna), torcia elettrica per esplorare eventuali gallerie, casco di protezione per l'entrata in galleria. Non lasciare i bambini esplorare da soli le trincee e le gallerie, ricordiamoci che siamo in un ambiente alpino e che quindi dovremmo fare attenzione ai pericoli soggettivi e oggettivi.
Per chi avesse voglia di collaborare per il ripristino delle opere militari che sono tutt'ora in corso, consigliamo di rivolgersi all'Associazione Musei All'Aperto con sede a Romano d'Ezzelino nella palazzina delle associazioni.
Carlo Grigolon
Artiglieria armamento
Armamento: all'inizio della campagna le batterie pesanti campali (su 4 pezzi ciascuna) erano armate o con obici da 149 mcd. 1914, o con cannoni da 105 materiali entrambi a tiro rapido, a deformazione, provvisti di scudo, di alzo a cannocchiale panoramico e di vomere pieghevole. Durante la campagna vennero anche impiegati l'obice da 149/916, cannoni auto campali da 102 (a tiro rapido, a deformazione, con scudo ad alzo panoramico) e in un numero lievissimo i cannoni da 105.
Ordinamento: Batteria, tutte le batterie pesanti campali, sia a tiro animale che su automobili, furono sempre su 4 pezzi. All'atto d'entrata in campagna le batterie pesanti campali (a traino animale) di obici da 149/914 avevano i seguenti organici: ufficiali 3, truppa 175, cavalli di ufficiali 6, cavalli di truppa 162, carri a quattro ruote 22 (obici 4, cassoni 12, carro osservatorio 1, carro attrezzi 1, carri bagagli 4), biciclette 1.
Assegnazione dipendenza: i gruppi di obici, nei primi tempi della campagna, erano assegnati normalmente ai comandi di Corpo d'Armata e ai comandi d'Armata, dai quali però venivano talora messi temporaneamente a disposizione dei comandi di divisione. Dopo la creazione dei comandi di raggruppamento, assegnati ai comandi d'Armata, si continuò per qualche tempo ancora ad assegnare ai comandi di Divisione, solo eventualmente temporaneamente, qualche gruppo di obici: in seguito a detti comandi venne assegnato organicamente un gruppo di tali bocche da fuoco.
Anno 1918:
a) un gruppo pesante campale organico (3 batterie) a ogni divisione;
b) un raggruppamento p.c. organico (2 gruppi, 6 batterie) a ogni Corpo d'Armata (in più del gruppo assegnato a ogni una delle dipendenti divisioni);
c) un numero vario di obici p.c. e di cannoni auto campali a ogni Armata (in più delle unità assegnate alle dipendenti divisioni e Corpi d'Armata).
In questo settore (Casara Andreon) era operativo il IX° Corpo d'Armata formato da due divisioni di fanteria (17° e 18°) supportate da consistenti batterie di artiglieria. Al comando della 17° divisione era assegnato il 33° gruppo di artiglieria p.c. Al comando della 18° divisione era assegnato il 25° gruppo di artiglieria p.c. Al comando del IX° Corpo d'Armata era assegnato un raggruppamento (due gruppi). È ancora visibile la galleria comando di Raggruppamento sul Col Campeggia.
Pertanto nel raggio di circa tre chilometri erano schierati cinque Gruppi p.c., con postazioni fisse defilate (piazzole ancora visibili a 300 metri). Inoltre nelle vicinanze della strada Cadorna, con facilità di manovra, erano schierati in aggiunta e in numero vario obici e cannoni di calibri diversi: 75 - 105 - 149. Salendo la collinetta a sud di Casera Andreon (circa 500 metri) è ancora visibile la doppia galleria Comando del 38° gruppo obici pesanti e telefonisti.
La ristrutturazione del sito e la costante manutenzione è effettuata dall'Associazione Musei All'aperto con sede in Romano d'Ezzelino
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